ale70 ha scritto:se proprio devi...ma se proprio devi...devi stare sopra l'onda ed entrare con lei, senza cercare di superarla ma farti portare dentro
Barrotta Giacomo ha scritto:...una seconda possibilità - a mio modesto parere - sarebbe stata quella di procedere in planata a velocità sostenuta: già il battello in planata si trova più alto di circa 30cm. rispetto alla situazione in dislocamento e dunque il punto critico di basso fondale all'ingresso si sarebbe superato agevolmente col gommone certamente più stabile in un assetto corretto costante data l'inerzia di movimento di quel paio di tonnellate lanciate in velocità...
.
zikiki ha scritto:...Non sono d'accordo.
perché in planata il rischio di errore è maggiore e si è palesato in questo caso..... Si rischia facilmente di calcolare male la frequenza delle onde che ,in questo caso,erano pure piuttosto ravvicinate...
Barrotta Giacomo ha scritto:In una manovra come quella che ho spiegato non si terrà conto della frequenza delle onde: si procede ad oltranza perché l'elemento stabilizzante è costituito dalla massa in movimento lanciata in velocità ad almeno 20-25 nodi.
L'unica necessità imprescindibile è quella di centrare l'ingresso nel canale così come mi è capitato di fare con successo col mio DC7m come ho spiegato sopra.
loStrosek ha scritto:Domanda stupida, una forma diversa dello scafo a prua avrebbe potuto limitare l'effetto di ingavonamento?
JEBO ha scritto:senza voler essere presuntuoso ma :
,al minuto 0:24 si vede benissimo l’errore di che era alla guidaAveva l’imbarcazione completamente appruata
![]()
sicuramente troppe persone a prua per entrare in quelle condizioni
arriva troppo veloce ( il cavo dell’onda aveva già vinto )
posizione del trim
tutte manovre da fare prima di entra aspettando l’onda meno violenta spesso dopo 6-10 ne arriva una
più piatta![]()
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poi un po’ di ....![]()
e tanta imperizia
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