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Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Parliamo di eliche e motori fuoribordo. Tuning e manutenzione meccanica del fuoribordo
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Blackfin
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Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da Blackfin »

Memobon:
col mercurone 3000 hai gia provato a modificare qualche elica ?
La 19" ha subito qualche piccolo ritocco ma, con la pausa invernale 2022-23 ne ho approfittato per rendere più sostanziali le modifiche (che ancora non sono terminate del tutto). quanto segue si riferisce alle prove fatte nelle estati 2018 e 2019 sul mio Flyer (dotato di flaps e power lift) prima di procedere alla importante modifica del motore passato da gambo L a XL.:
Esperienza navigazione 2018
Nel corso delle vacanze 2018, avevo constatato, in seguito alle modifiche apportate (secondo i criteri precedenti) all’elica Mercury Enertia da 19”(passo) x14” (diametro), una eccezionale “presa” in acqua della stessa, anche con elevati angoli di trim, senza manifestare sintomi di ventilazione, tanto che, nonostante il Flyer 646 (carena Donno) tenda “di suo” a tenere giù la prua a velocità elevate, l’imprimere elevati angoli di trim al motore comportava un sensibile innalzamento della prua, la conseguente diminuzione della superficie bagnata e, quindi, un sensibile aumento della scorrevolezza. A queste conclusioni sono arrivato vedendo che il numero di giri massimo raggiunto dal propulsore era lo stesso raggiunto in precedenza con l’elica Enertia da 18” di passo (non modificata). La maggiore velocità e la minore superficie bagnata dello scafo avevano però un effetto sgradevole: la precaria stabilità laterale della carena ad alta velocità, conseguenza anche della quasi nulla sporgenza posteriore dei coni dei tubolari del Flyer.
Sulla base di queste osservazioni alla fine dell’estate 2018 ho deciso di apportare le seguenti modifiche:
- Per ovviare al piede più corto dell’L normale: montare una piastra distanziatrice del motore dallo specchio di poppa in PVC compatto di spessore 50 mm. per migliorare ulteriormente la presa in acqua dell’elica;
- Per incrementare in modo graduale e mirato la stabilità laterale ad elevata velocità e longitudinale in presenza di forte moto ondoso o vento, una coppia di flaps Lenco elettroattuati;
- Per verificare la possibilità di mantenere la stessa velocità di crociera (22 kts) esattamente al regime di coppia massima (3.000 giri/min) montare un’elica da 20”x13,8” (con la 19”x14” ero circa a 3400);

Esperienza navigazione 2019
Avendo messo già abbastanza “carne al fuoco” (anche per mancanza di tempo) ho montato l’elica Enertia da 20” senza alcuna modifica. Osservazioni:
- Il motore Mercury 150 EFI ha dimostrato di possedere una coppia “taurina” ai bassi regimi. Stima confermata dal suo comportamento con l’elica più lunga, il dato del regime di coppia max pari a 3000 giri. Ciò risulta non solo dalla facilità di ingresso in planata e di risposta alla manetta del gas ma, ancor di più, dalla costanza di regime tenuto in condizioni di mare “particolarmente” ostiche: vento di bora di prua rinforzato da effetto Venturi all’interno del “canale” tra la terraferma e l’isola di Pasman con corrente sostenuta (per lo stesso motivo) in direzione esattamente contraria. Questa condizione meteomarina generava onde di altezza 1 – 1,5 mt. di altezza ma di estrema ripidezza e basso intervallo. Senza interventi sulla manetta del gas (rispetto alla condizione di vento da poppa), il regime rimaneva pressochè costante nonostante avessi dato 6/8 di tacche luminose dei flaps in basso, ottenendo una navigazione estremamente “morbida”. La velocità al GPS calava di 1 – 2 nodi (normale visto la velocità relativa del mezzo acqueo) mentre la percorrenza rimaneva costante tra 1 – 1,1 mg/lt (velocità misurata dallo speedometro). Carico 2 persone + circa 80 lt benzina (al 40% tra serbatoio anteriore e posteriore);
- Come da attese l’installazione dei flaps ha ottenuto in pieno l’effetto voluto in termini di assetto ottimale in tutte le condizioni meteomarine e di velocità. Anche la facilità di manovra in porto e in presenza di vento risulta rilevantemente migliorata (con flaps tutti giù) attraverso il quasi azzeramento, in manovra, dello scarroccio di poppa derivante dal peso del fuoribordo (nonostante la già citata assenza di azione frenante dei coni dei tubolari). Una sorpresa positiva invece è stata la sensibile azione stabilizzante del rollio alla fonda evidenziata nel confronto diretto con altro RIB (legato assieme con corda elastica) che, sulla carta, avrebbe dovuto essere ben più stabile sia per dislocamento che per immersione dei coni di poppa. Parlo del MarCo 23 Work di Ester Seat (Ex titolare di Nautica Biograd), eccellente battello ma (con pieno serbatoio e fuoribordo Mercury Verado 150 pesante almeno 25 kg. più del mio EFI) più lungo di circa 50 cm. e pesante (a vuoto e senza motore) almeno 300 kg. più del Flyer 646. La spiegazione dell’effetto imprevisto potrebbe essere nella diversa “velocità di rotazione” degli strati più superficiali dell’onda (quelli che agiscono sulla superficie dei tubolari) rispetto a quelli presenti alla profondità a cui sono montati i flaps. Questa diversa velocità evidentemente determina un effetto frenante delle superfici di controllo dei flaps al movimento di rollio, come se fossero freni idrodinamici;
- Confermo che i 22 nodi li prendo a 3000 giri contro i 3300 dell’elica da 19, quindi esattamente al regime di coppia max con identica percorrenza in miglia/lt. Invece l’aver utilizzato un’elica non preparata da me ha evidenziato oltre i 4.000 giri diversi limiti sui quali ho svolto uno studio personale, ovviamente empirico, cioè basato esclusivamente sulle mie percezioni riguardanti l’assetto longitudinale, la spinta percepita rispetto all’azione sulla manetta del gas e del trim e, naturalmente il numero di giri e la velocità raggiunta. Ovviamente non si tratta che di conclusioni del tutto personali.

Osservazioni sul comportamento in velocità:
Quando ho spinto sulla manetta del gas ho constatato una rapida accelerazione fino ai 4000 giri, poi un rallentamento nel salire ulteriormente di giri con un effetto strano: il rombo del motore aumentava in proporzione all’apertura del gas ma non così proporzionalmente la velocità.
Altra sensazione strana è stato il progressivo abbassamento (leggero ma percettibile per me che conosco bene il mezzo) della prua al di sopra dei 33 – 34 nodi.
A questo punto, così come fatto l’anno scorso (quando montavo l’elica da 19” preparata) ho azionato il pulsante del trim, inizialmente neutro, per alzare l’asse elica. Avvertivo un iniziale leggero recupero dell’assetto longitudinale ma ben lontano dall’effetto ottenuto con l’elica ritoccata, insistendo con il trim ho avvertito (molto prima di quanto verificatosi con la 19”) l’inconfondibile tendenza ad imballarsi dell’elica che ventila e inizia a perdere presa. In definitiva, anche spingendo al massimo perdo decisamente in termini di velocità massima fermandomi ai 36 – 37 nodi (con la 19 avevo preso i 38 ma ne avevo ancora quando ho calato il gas per la manifesta instabilità di assetto trasversale) ma anche di giri motore fermandomi a 4800-4900 a fronte dei 5200 toccati con la 19”.

Considerazioni
La prima, naturale conclusione di qualunque “esperto” nell’assemblaggio motore-scafo sarebbe che l’elica da 20” è troppo lunga per questo insieme gommone-motore. Ma il comportamento a velocità di crociera (sensazione di facile ed immediata risposta al gas) in aggiunta ai comportamenti da me evidenziati come “strani” in riferimento alle prove fatte l’anno scorso con l’elica da 19” (preparata) mi suggeriscono di approfondire l’analisi ricercando le motivazioni alla base dei comportamenti da me definiti “strani”.
Il più rilevante è stato l’abbassamento della prua al crescere della velocità. Su un altro scafo di progettazione Donno l’avrei attribuito alla presenza del pianetto di poppa con funzione portante (però solo con angoli di corsa rilevanti, cosa che nel mio Flyer, per la voluta distribuzione dei pesi, non si verifica) ma la motivazione non regge confrontando il comportamento di Era Ora 2019 con quello di Era Ora 2018 (opera viva identica), anzi se differenza doveva esserci era ad alzare la prua, non il contrario, visto che il motore è stato spostato di 50 mm. più lontano dallo specchio di poppa.
A cosa si deve allora questo “strano” comportamento?
Continua
Blackfin
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 ed eliche Enertia

Messaggio da Blackfin »

Esclusi i fattori connessi alla distribuzione dei pesi, alla conformazione della carena (tutto invariato rispetto all’anno scorso) i fattori “nuovi” sono la presenza dei flaps, la piastra distanziatrice del motore (50 mm.) e l’elica non modificata.
I flaps, al momento delle prove effettuate sulla velocità di punta, erano tirati completamente su, quindi non avevano alcuna influenza sull’assetto longitudinale.
Tenendo per il momento da parte la presenza della piastra distanziatrice, non resta quindi che l’elica non modificata a cui attribuire la tendenza del mio Flyer, in velocità, a sollevare la poppa. Questa azione:
- ha creato un crescente “schiacciamento” sulla superficie acquea della parte prodiera incrementando la superficie bagnata di carena e il volume d’acqua spostato nell’avanzamento;
- ha sollevato contemporaneamente l’asse elica (con un effetto incrementato dal sia pur minimo maggiore braccio dovuto alla piastra distanziatrice del motore) che è incorsa molto prima della 19” nel fenomeno della ventilazione con conseguente perdita di grip e di spinta propulsiva.
Ce n’è più che abbastanza imho a giustificare il rilevante calo di prestazioni con l’elica da 20” rispetto alla 19” e a far decidere di ritornare all’elica precedente.
Questa decisione sarebbe giustificata, se non entrasse in gioco la mia curiosità nel comprendere le motivazioni per cui due eliche della stessa marca e concezione, diverse solo nel passo (tra l’altro solo di 1”) e nel diametro (solo di 0,2”) possano dare dei risultati così diversi.
L’unica logica spiegazione è che le modifiche da me apportate alla 19” sono state così determinanti da originarne un comportamento profondamente diverso dalla 20” (ma, a questo punto, anche dalla 19” non modificata).

Domanda. Come si spiega questo comportamento dell’elica Enertia originale?
Ho spesso sentito parlare di eliche che “sollevano la poppa”. Considerato che, specie sui RIB di vecchia concezione, progettati per fuoribordo a 2 tempi molto più leggeri a parità di potenza, il montaggio di propulsori a 4 tempi, comporta un sensibile squilibrio nella distribuzione corretta dei pesi, questo effetto, appare benefico per riportare in assetto corretto lo scafo.
Mi sono chiesto quindi quali sono le forze che agiscono per dar luogo a questo effetto. Ecco quello che imho accade (sono mie considerazioni, pertanto suscettibili di essere riconsiderate se qualcuno ha altre, più valide e motivate, spiegazioni).
In un’elica di serie, per quanto ben conformata come l’Enertia, una percentuale non trascurabile della massa d’acqua messa in movimento dalla pressione esercitata dalle pale in rotazione anziché (come sarebbe auspicabile) far parte del flusso proiettato all’indietro, quindi parallelamente all’asse di rotazione dell’elica (perciò in direzione coincidente con quella del vettore velocità dello scafo ma di verso contrario) viene, per effetto della forza centrifuga generata dalla rotazione stessa, proiettata in direzione radiale rispetto al mozzo dell’elica stessa.
Perdite periferia pale1.jpg
Si tratta, in pratica, di energia motrice in gran parte sprecata perché genera turbolenza alla periferia dell’elica. Una parte di questa massa acquea però, cioè quella in direzione della piastra anticavitazione, esercita una rilevante pressione su quest’ultima
Perdite periferia pale2.jpg
che genera tre effetti.
Uno è quello (in minima parte) di essere deflessa in direzione del flusso propulsivo incrementandolo, uno quello (che determina il nome della piastra) di allontanare il momento in cui si genera il fenomeno della cavitazione e/o ventilazione in virtù dell’aumento di pressione all’interno del volume di lavoro dell’elica.  E’, limitatamente ad un certo angolo di rotazione, quello che si verifica, per esempio, all’interno dei 360° del volume di lavoro di un’elica intubata. Il rischio di incorrere in tale, dannoso fenomeno è dovuto alla vicinanza della superficie acquea (con conseguente bassa pressione idrostatica) e aumenta con elevati angoli di trim positivo per quanto riguarda la ventilazione (cioè il prelievo di aria da parte delle pale dell’elica quando queste fuoriescono anche parzialmente dalla superficie). Situazione da evitare sia per le perdite di spinta propulsiva, sia per i deleteri effetti erosivi che la turbolenza determina ai danni della superficie delle pale dell’elica.
Il terzo effetto è quello a cui attribuisco l’effetto di sollevamento della poppa da parte di queste eliche.
coppia appruante1.jpg
Questa forza, esercitata come detto sulla piastra anticavitazione, origina una coppia di rotazione centrata sul baricentro dell’imbarcazione che, sollevando la poppa, determina un abbassamento della prua.
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coppia appruante2.jpg (9.62 KiB) Visto 2285 volte
Da notare che, più il baricentro è vicino (o anteriore) al centro geometrico della lunghezza al galleggiamento, maggiore è questa coppia, in virtù del maggiore braccio di leva.
Paradossalmente quindi un effetto positivo su scafi in cui, per la disposizione dei pesi, l’assetto è tendenzialmente appoppato, su Era Ora che è, invece, (in conseguenza delle consistenti modifiche rispetto al Flyer 646 originale) abbastanza neutro (con positivi effetti su velocità minima di planata, morbidezza di navigazione e comportamento dinamico in virata) è un effetto deleterio ai fini della scorrevolezza dello scafo a elevata velocità, a causa del già accennato “affondamento” della prua.
Da qui il calo della velocità di punta e, in conseguenza del sollevamento della poppa, il più limitato angolo di trim positivo oltre il quale interviene il fenomeno della cavitazione/ventilazione.
Domanda: quali sono quindi le conseguenze del lavoro di “preparazione” sull’elica Enertia da 19”, tali da annullare questa coppia “appruante” (è brutto ma rende l’idea)?
Evidentemente sull’elica da 19” il lavoro effettuato sulle pale per:
- raccogliere il maggior volume possibile di acqua da parte di un bordo di attacco della pala tangente all’angolo (medio) con cui i filetti fluidi si presentano davanti alla pala durante l’avanzamento dello scafo;
- avvicinarsi alla conformazione ideale (per l’aumento dei già citati “rake” e “cupping”) per “trattenere” nella cavità della pala il volume d’acqua raccolto dal bordo di attacco della stessa;
- rendere progressivo l’incremento dell’accelerazione della massa d’acqua raccolta, attraverso un progressivo incremento del “passo” della pala tra il bordo di attacco e quello di uscita;
- ridurre al minimo le turbolenze del bordo di uscita della pala raccordando gli spigoli vivi nello spessore dello stesso;
hanno determinato una rilevante riduzione della massa d’acqua proiettata verso la periferia per la forza centrifuga, a fronte di un incremento rilevante della massa proiettata in direzione opposta al moto. In questa situazione imprimendo angoli positivi al trim si genera una coppia contraria alla precedente
coppia appruante3.jpg
coppia appruante3.jpg (7.44 KiB) Visto 2285 volte
Che origina, a condizione (già sperimentata l’anno scorso) di alzare il trim in modo progressivo
il voluto effetto di sollevamento della prua, con conseguente riduzione della superficie bagnata e, incremento della scorrevolezza mantenendo così più ampio l’angolo di lavoro del trim positivo prima che sopravvengano i deleteri effetti di ventilazione/cavitazione.

Futuri sviluppi di questa sperimentazione
Intanto sto procedendo, visti i lusinghieri effetti ottenuti, a perfezionare il lavoro già iniziato sulla Enertia da 19” contando di rimontarla presto per riverificare tutte le ipotesi sopraelencate in presenza dei nuovi elementi (presenza di flaps e piastra distanziatrice).
Se, come spero, tutte le premesse teoriche saranno confermate, procederò questo inverno ad apportare le stesse modifiche alla Enertia 20”.
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da memobon »

black ,tanto per capire , stai dicendo che con la 20 il tuo gommo "ara " il mare e con la 19 tuned lo fa un po meno, corretto ?
ma hai provato anche altri tipi di eliche che spingono di piu, tipo 4 pale tanto per capirci ?
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da Blackfin »

@Memobon:
Esatto. Gli interventi fatti sulla 19" anche se solo parziali riducono le perdite periferiche generando un getto più potente e, quindi una spinta maggiore e direzionata lungo l'asse elica.

Per battelli leggeri e RIB l'Enertia è la scelta migliore per rapporto superficie/diametro. Maggiore superficie = migliore spinta, minore diametro = minore coppia motrice assorbita quindi anche migliore capacità di salire di giri.
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da memobon »

mi fido delle tue affermazioni
ne parlavo giusto l'altro ieri con un amico piu compulsivo di me che, su un Focchi 680 e un Abbate non e' ancora riuscito a trovare il giusto tuning
ha provato 6 hidromotive + 25 altre eliche ( tutte 3 - 4 pale ) ma quella perfetta non l'ha ancora trovata
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da Blackfin »

Non è semplice. Entrano in ballo sia l'altezza di montaggio del fuoribordo (in questo il Power lift è risolutore) sia la distribuzione dei pesi a bordo.
Se l'obiettivo è la ricerca delle massime prestazioni su acque dolci (assetto racing) la cosa è più semplice, gli unici cambiamenti di cui tenere conto sono la spinta in accelerazione in partenza e dopo le virate, la velocità max in rettilineo e il mantenimento di presa in virata.
In mare le cose cambiano perché le condizioni sono estremamente variabili come le esigenze. Massima percorrenza, assetto sul mosso, con onde al traverso, di poppa o di prua etc. condizionano sia la distribuzione dei pesi che l'altezza di montaggio e, da questa anche conformazione elica.
Se il focus è sulle eliche però c'è anche il fatto che eliche sulla carta uguali, specie se inox, a causa dei procedimenti di fabbricazione possono avere comportamenti un po' diversi tra loro. Buona parte dell'attività di tuning da parte mia consiste nel ridurre o eliminare le irregolarità di costruzione che ho constatato presenti anche su eliche come le Mercury Enertia che hanno una conformazione più efficace di altre.
La mia preferenza per le Enertia deriva dal fatto che nel mercato USA che assorbe la maggior parte della produzione Mercury i fuoribordo sono in gran parte destinati a spingere imbarcazioni più pesanti a parità di lunghezza delle nostre. Fanno eccezione solo le bass Boat che però hanno caratteristiche di utilizzo molto diverse da un RIB in mare.
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da memobon »

si ,si hai ragione
so che gli ammericani sono usi solvere i problemi in maniera ben determinata, ovvero se ci stanno 2 motori, vediamo magari di farcene stare anche 3 e sopratutto belli grossi, ma va bene cosi'

in merito invece alla prestazioni in acqua dolce / piatta/ assetto racing, mi permetto di aggiungere che, la spinta in accellerazione in uscita di curva , se non fai circuito corto , va a farsi benedire, ma si considerano molto di piu 1) la presa in velocita', ovvero la capacita' sulle onde ( di mare o di lago che se ce' gara diventa peggio del mare ) di poter far atterrare la barca piu o meno piana sull onda successiva e , soprattutto, la stabilita' alle alte velocita' che ai 100 ( e passa ) all ora, avere la barca che dondola da tutte le parti cadendo di qua e di la, credimi non e' bello per niente ( io su un salto ho aperto a meta' lo staccabatteria sulla poppa ) , in ragione di questo, si perdono magari anche 5 km ma si monta una 4 pale o un elica da "spinta, spinta veloce, ma cmq da spinta
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Re: Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia

Messaggio da Blackfin »

Non ne ho parlato prima ma una quattro pale, quando si ha in acqua solo una piccola parte di carena oltre ad una maggiore spinta la rende più uniforme e, quindi lo scafo più stabile rispetto ad una 3 pale che ha una spinta in queste condizioni " pulsante" generando un rollio dovuto all'effetto evolutivo dell'elica (chiaramente nelle monomotorizzazioni).
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